CITAZIONE (danielettrico @ 31/5/2011, 19:05)
Senza entrare nel dettaglio, anche perché non ne sarei in grado, per Ricolfi il nocciolo del problema è che il divario Nord-Sud non riguarda i consumi o il tenore di vita, ma la produzione; il nord produce ma non riesce a reinvestire quanto prodotto, mentre il sud beneficia di tale produzione arrivando a sostenere un livello di vita maggiore rispetto ai propri mezzi.
Partiamo da questo punto e dalle cose che contesto di Ricolfi sulle sue considerazioni nell'oggetto:
1) Sia il Sud che il Nord hanno degli andamenti di produttività e di tenore di vita differenti da regione a regione ed a volte addirittura nella regione stessa;
2) Il settore del pubblico è, ancora al giorno d'oggi, il settore che produce la maggior parte del nostro PIL quindi dire che il Sud produce di meno perché impiegato perlopiù nel settore pubblico è un errore, anche se non è sbagliato dire che l'eccessivo numero di impiegati statali è uno spreco;
3) Grossa parte del PIL che compare al Centro-Nord è creato dal Sud.
CITAZIONE (danielettrico @ 31/5/2011, 19:05)
E specifica:
CITAZIONE
il vittimismo del Mezzogiorno è giustificato se si guarda alla prima parte della storia d’Italia, quando la politica del Regno – attenta ai soli interessi del Nord – ha creato la questione meridionale, generando un divario che nel 1861 probabilmente non c’era. Ma quel medesimo vittimismo è largamente fuori luogo se guardiamo alla storia dell’Italia repubblicana, nella quale il Mezzogiorno non solo ha in parte risalito la china (specie fra il 1951 e il 1975), ma è diventato il principale beneficiario dell’immenso apparato burocratico-clientelare che ha spento le energie produttive del Paese. ("Il sacco del nord")
Tralasciando che uno che parla di Mezzogiorno ed usa così impunemente la parola "Vittimismo" tradisce automaticamente un preconcetto verso il Sud un'altro atto di forte preconcetto di Ricolfi sta anche in queste parole in quanto egli parla di tremende vessazioni con toni paternalistici (e cioè come se i Governi post unitari avessero fatto qualche marachella anziché DISTRUGGERE una nazione vecchia di centinaia di anni ed il suo popolo) dicendo un'assurda falsità, e cioè che la situazione sarebbe mutata con l'avvento della Repubblica. Ciò è assolutamente falso perché si è comunque continuato ad investire al Sud in infrastrutture un terzo di quanto si faceva contemporaneamente al Nord.
Per quanto riguarda il discorso dell'apparato Burocratico non vedo cosa c'entri il Sud, la Burocrazia la sia fa a Roma ed a Bruxelles, con le leggi, non con un esubero di assunzioni in alcune Regioni.
CITAZIONE (danielettrico @ 31/5/2011, 19:05)
E conclude dicendo: "È difficile pensare che una classe politica che sull’interposizione pubblica ha fondato il proprio potere decida improvvisamente di restituirci un po’ di libertà."
Si può non essere d'accordo con Ricolfi, tutto sommato non vedo tutti questi pregiudizi.
Personalmente ritengo che la nostra classe politica sia troppo privilegiata, è una casta che "succhia" un sacco di soldi ai cittadini. In politica c'è gente che guadagna 3000 euro al mese di vitalizio senza fare assolutamente nulla. Dopodiché io sono il primo a sostenere che la mala-politica, la corruzione e la criminalità organizzata esistono al sud come al nord. Tutto sommato al nord è forse più facile trovare anche "positività" che fanno crescere il paese, mentre al sud è più difficile. Quanto sia una colpa ereditata dal passato o quanto si fondi sul presente, a voi l'ardua sentenza.
Penso che i fatti degli ultimi anni hanno dimostrato che l'incompetenza della classe politica non è da attribuire ai "Terroni" ma un dato estremamente radicato su tutto il territorio Italiano, per questo dico che la situazione che viviamo è una situazione globale causata da medesimi difetti e che l'unica soluzione al problema è risolvere tutto tutti assieme.