Vertice ad Arcore, la Lega non dà tregua Berlusconi preoccupato: ma nessuna alternativa
Il premier: "Non posso gettare l'Italia allo sbando". Ok all'operazione Udc. In ballo anche la nomina del prossimo Guardasigilli: Lupi in pole position
Roma, 6 giugno 2011 - Riflessivo, prudente e, per la prima volta, preoccupato per quello che può combinare la Lega. E’ questa l’immagine che la corte berlusconiana trasmette del Cavaliere che oggi ospita a pranzo Bossi e i suoi sodali. Salvo disdette dell’ultima ora, sa che nella villa di Arcore si materializzeranno le domande che l’alleato, dopo la batosta delle amministrative, ha messo in fila: come pensi di andare avanti con questa maggioranza? Hai valutato bene le conseguenze politiche della manovra da 40 miliardi? Sei convinto di poterla fare senza l’appoggio dell’Udc? E poi: chi è il candidato premier alle prossime elezioni? E’ meglio votare nel 2012 o nel 2013? Ecco perchè Berlusconi - che potrà contare sul sostegno del neosegretario del Pdl Alfano - ha trascorso la vigilia a studiare il da farsi: ancora non sanno come, ma l’obiettivo che si è posto è quello di inviduare una via d’uscita assieme all’Umberto. Se il colpo gli riesce, potrà guardare con meno tensione alle prossime tappe: dai referendum alla verifica parlamentare di fine giugno.
Sa bene, il premier, che la strada è stretta: poi è vero, con qualcuno sparge ottimismo, dice che la Lega ha pochi margini di manovra. «Alle prese con una sinistra 'radicalizzata' Bersani non può offrire niente al Carroccio». Epperò, raccontano che non prende alla leggera l’avviso di sfratto che gli hanno recapitato: come andare avanti, portando a casa le riforme promesse sarà infatti il piatto del giorno. Vivacchiare fino all’autunno per poi essere portati dalla Lega a votare nel 2012 è un incubo che turba i sonni di molti nel Pdl, Cavaliere incluso. Per questo, nella cerchia ristretta sono convinti che Berlusconi non si opporrà a una apertura all’Udc. Consapevole che sarà impossibile coinvolgere Casini a meno di un suo passo indietro, darà comunque ai suoi interlocutori carta bianca: la nomina di Alfano come capo del partito - spiegano - serve anche a garantire una certo feeling con i moderati. Detto questo, non c’è dubbio che il Cavaliere farà notare come una crisi di governo ora (ciò che chiedono i centristi) non sarebbe utile al Paese. «Con tutta la buona volontà del mondo, non posso buttare l’Italia allo sbando».
Detto ciò, pure Berlusconi ha ben presente che il problema della manovra da 40 miliardi esista e sia complicato da risolvere. La secca smentita di Tremonti a Libero che dava per fatta la riforma del fisco («accordo Silvio-Giulio: il patto taglia tasse c’è», il titolo in prima pagina) sta lì a dimostrare quanto sia delicato il nodo-soldi. «E’ lievemente privo di fondamento economico e politico». Da approfondire con i diretti interessati, assieme allo spostamento di ministeri al Nord vecchio pallino di Bossi. E alla nomina del prossimo guardasigilli: Lupi resta in pole position, ma niente è scontato. La quadratura del cerchio passa pure per l’incoronazione di Tremonti e Calderoli come vicepremier.
Qualcuno nel centrosinistra coltiva la speranza che il Carroccio - di fronte ad un esito insoddisfacente della verifica - potrebbe essere tentato di giocare la carta della riforma elettorale con l’opposizione: arma spuntata, secondo le menti pensanti del Pdl. Dove si dà per scontato che il sistema proporzionale puro non passerà mai, mentre la cosa più probabile, vale a dire un ritorno al Mattarellum non darebbe nessun vantaggio, elettorale al Carroccio. Vero? Falso? Chissà: pure questo può essere argomento del vertice. Come i prossimi referendum.
di Antonella Coppari
http://qn.quotidiano.net/politica/2011/06/...ga_tregua.shtml