A cavallo tra anni ’80 e ’90, tra gli intervalli pomeridiani di Bim Bum Bam , spopolava lo spot di un gioco da tavolo molto avvincente: si chiamava Crack, chi di voi lo ricorda? Il suo scopo era piuttosto bizzarro: si aggiudicava la vittoria il giocatore che riusciva a sperperare in minor tempo possibile la somma di un milione di dollari, tra corse di cavalli, borsa e casinò causando così un debito, insomma a vincere era il peggiore.
Quella dei politici e dei rappresentanti delle istituzioni in Italia è una partita a Crack che dura ormai da anni e che ha risucchiato nel meccanismo inverso del gioco anche i non giocanti, che ovviamente ne subiscono le conseguenze.
E’ di ieri l’ennesima notizia sconcertante che va a sommarsi allo stuolo massiccio di scandali che soffoca il Bel Paese,e riguarda il figlio di Umberto Bossi, Renzo, meglio conosciuto con l’appellativo di trota, denunciato perciò da Legambiente per vilipendio al patrimonio marittimo nazionale e da Valerio Scanu impossibilitato così a ” far l’amore in tutti i laghi”.
Nel suo album fotografico pubblicato su Flickr Renzo, assistente dell’europarlamentare leghista Francesco Speroni, ha dato conferma per ben 25 volte di non conoscere la lingua italiana, scrivendo “scii” nel riferirsi alla disciplina sportiva, anzichè alla seconda persona singolare del verbo sciare.
Il giovane rampollo di casa Bossi, inventore del gioco on line “Rimbalza il Clandestino” , (
http://mmedia.kataweb.it/foto/7297615/il-g...sito-della-lega) percepisce mensilmente uno stipendio di 12 mila euro per un incarico cucitogli addosso su misura, come osservatore presso l’Expo di Milano. Non so cosa osservi, non ho intenzione di scoprirlo, ci sono strati di humus troppo profondi a cui si accede solo se ben equipaggiati e con una buona dose di coraggio; il mio stomaco seppur forte ,ha dei limiti.
Renzo avrebbe eventualmente una motivazione a cui appellarsi: è PADANO non italiano, è un convinto separatista, lotta per la padania libera, ha origini celtiche, insomma la lingua di Dante è per lui un idioma straniero. In attesa della liberazione dei settentrionali dal giogo di Roma e auspicando che questa avvenga quanto prima, al povero Renzo non resta che imparare la lingua del paese in cui è ospite. Il povero trota è insomma, ironia del caso, un po’ come un immigrato, si trova in un paese che non è il suo e va perciò guidato all’integrazione linguistica e sociale. Essendo straniero Renzo non sa che in Italia la legge è uguale per tutti: innanzitutto come deliberato dal Ministro LEGHISTA Maroni, tutti gli immigrati sono obbligati a sostenere un esame di lingua italiana presso i Centri Territoriali Permanenti della loro provincia di riferimento. Renzo, di madrelingua varesotto, illustre e antico idioma dell’idiozia, dovrà studiare faticosamente per ottenere l’attestato di lingua italiana.
L’INgiustizia italiana prevede che il 28% dei giovani italiani, laureati e non, facciano la fila nei call center per guadagnare cifre irrisorie mentre Renzo Bossi continui a mantenere il ruolo di osservatore alla trasparenza dell’Expo di Milano per motivazioni del tutto estranee al merito ed alla competenza. Migliaia di giovani laureati senza alcun privilegio sono disoccupati,e non possono realizzare i propri progetti di vita. Hanno investito soldi e tempo nello studio ma la mancanza di lavoro, i costi, le richieste di mercato, gli ostacoli burocratici non permettono loro di vivere dignitosamente, nonostante spesso possiedano competenze valide ed accertate ed abbiano una gran voglia di mettersi in gioco e migliorare. Migliaia di giovani non sono laureati ma lavorano dall’età di 20 anni, per ottenere l’indipendenza economica e realizzare i propri progetti; anche su di loro gravano ostacoli di ogni tipo: si va dalla mancanza di contratti tutelativi allo sfruttamento, dalle condizioni lavorative inaccettabili alle paghe misere. Neanche a loro è concesso di vivere dignitosamente.
Le regole civili sono ormai in questo paese spettri difformi di cui non abbiamo il benchè minimo ricordo, e l’inerzia di chi sta a guardare , fa ancor più male dell’indifferenza dei politici e delle loro fauci puzzolenti. Ci attendiamo l’aiuto dal nostro vicino, da chi come noi non gode di privilegi e patronimici importanti ed è lì che sbagliamo: i nostri politici sono lo specchio del nostro modus vivendi, ce li meriteremo tutti nessuno escluso, fino a quando almeno la metà di noi continuerà a contribuire alla loro permanenza.
Nei giardini accoglienti di chi ha già ottenuto un posto al sole in questa italietta disastrata, di chi si è piegato al gioco infinito del privilegio, non c’è posto per chi ha il coraggio di chiedere la verità. Per strada, al bar e tra la gente, ai pochissimi che si infervorano e si impegnano DAVVERO per cambiare il sistema, non resta che attendersi la solita, terrificante e svendutissima retorica.
Valentina Di Cesare
che vogliamo farci, Valentina, il Trota non andava bene a scuola? quisquilie! pinzillacchere! è una persona concreta, mica ha tempo da perdere coi voli pindarici della cultura! (e siamo messi bene, vai...)