| Io credo, per dirla brutalmente, che il problema non sia tanto Berlusconi, quanto il "berlusconismo" degli italiani. E parlo, per amor di verità, anche del berlusconismo insito profondamente in quell'elettorato di sinistra che si illude di esserne immune. Secondo l'ideologia "berlusconista", il cittadino non è tale, ma è un "consumatore". E la politica gli viene offerta esattamente come si offrirebbe un prodotto commerciale, con il candidato (alle elezioni) che recita esattamente la parte del piazzista. Ovviamente, come nel commercio, non sono gli elettori che scelgono il candidato, ma è il candidato che si fa scegliere dagli elettori: come? Ma con il più classico strumento commerciale: la pubblicità. Oggi (e parlo per esperienza diretta), per essere vend..pardon: "eletti", occorrono almeno 20.000 euro, e parlo di una elezione a livello di consiglio regionale. Ora, può anche darsi che non si riesca a vendere pur con una martellante campagna pubblicitaria, come può darsi che si riesca a trovare una particolare nicchia di mercato che renda superfluo spendere tanto in pubblicità. Ma, visto che una rondine non fa primavera, questa è la regola. Per spiegare più nel dettaglio come certe forme di comunicazione avvengano, e come esse riescano a penetrare profondamente lo stesso sistema di governo che chiamiamo "democrazia", o la psiche dell'elettore, occorrerebbe ricorrere a ragionamenti che i più bollerebbero subito come "non-reali", nella migliore delle ipotesi; o addirittura come noiosi ideologismi. Anche, e soprattutto, in questo risiede il "berlusconismo", una mortale malattia che non sarà certo debellata con la caduta di colui che gli ha dato il nome. mauro
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